Programmare (Coding) vuol dire analizzare e risolvere problemi:
occorre pensare, decidere, valutare.
Ogni programmatore affronta diverse fasi per dar vita ad un progetto: l’elaborazione dell’idea, la creazione di un prototipo, il test pratico, la correzione del progetto se i risultati non sono quelli attesi, l’ottenimento di un feedback da altri, la revisione e la riprogettazione.
Questo processo di progettazione, facilmente simulabile con l’utilizzo, ed il sostegno degli strumenti informatici, è sicuramente uno stimolo per lo sviluppo della creatività dei bambini, e di chiunque ambisca a sfruttare al meglio le potenzialità di questo strumento; ampliando le capacità comunicative di ognuno di noi, ed abituandoci a selezionare, in schemi mentali organizzati, ciò che è prioritario, al fine di poter disegnare una strategia utile al raggiungimento dell’obiettivo. l’obiettivo primario è quello di contribuire alla creazione, ed allo sviluppo, di una mentalità logico-matematica, utile ad affrontare, in maniera meglio organizzata, i propri studi ed il proprio lavoro.
Come già sottolineato, le lezioni sono rivolte principalmente agli alunni delle scuole Primarie e Secondarie di Primo grado, ed hanno come obiettivo una preparazione più consapevole e
coordinata, all’uso delle tecnologie informatiche.
Il mezzo tecnologico (non solo Personal Computer, ma anche i nuovi Smart Devices), rappresenta una costante nella vita dei bambini, e la scuola non può ignorare tale realtà; è’ suo compito invece, individuare progetti e strategie che avvalorino, sul piano
pedagogico, il mezzo informatico, e sappiano accompagnare l’uso del computer ad adeguate forme di mediazione didattica.
I bambini e i ragazzi oggi vivono in un contesto esperienziale che offre loro l’opportunità di interagire con le nuove tecnologie già dall’età prescolare, il rischio che si corre è che si
utilizzi lo strumento informatico solo per svago, subendone il fascino, senza un uso programmato e consapevole; infatti nella maggior parte dei casi utilizzano i dispositivi in maniera passiva, e quindi senza nessuna consapevolezza del loro reale funzionamento, delle potenzialità, finanche dei pericoli che possono derivarne da un uso improprio.
Basandosi esclusivamente sulla manualità, l’attività sarà peraltro sempre assimilata ad un gioco, rendendo piacevole e coinvolgente il tempo trascorso ad apprendere.
E’ bene infatti sottolineare che questa viene presentata, non come un impegno (anche se, per educazione alle responsabilità lo dovrà diventare…), ma come un momento di svago, a cui partecipare singolarmente e collettivamente. Questo può produrre un risultato tangibile in tempi brevi, ed allo stesso tempo suscitare la curiosità del bambino verso i temi dell’informatica, della programmazione e, più in generale, ad interessarsi a cosa c’è “dentro/dietro” i vari strumenti tecnologici che lo circondano; principalmente a livello software ma, per i più “portati”, anche a livello hardware. Per un adulto risulterà invece prioritario, dopo una fase di introduzione alle nozioni di base, un addestramento più specifico, che ne soddisfi le necessità più immediate. L’adulto, al contrario del bambino, ha bisogno di capire da subito, o meglio in anticipo, dove
lo porterà il compito che viene chiamato a svolgere, sarà pertanto preferibile più che un percorso di “formazione logico-mentale” (ormai già acquisita e consolidata, e più difficilmente plasmabile), un programma di apprendimento più “mirato” alla immediata
necessità di applicazione.
Per fare un esempio, ormai le iscrizioni a Scuola si fanno via e-mail (posta elettronica); ebbene: quanti genitori sono in grado di farlo in maniera autonoma? E quanti sono in grado di interagire con lo strumento? Per non parlare del controllo dei registri on-line, e/o delle comunicazioni pubblicate sul sito scolastico…; e cosa dire del semplice utilizzo di un programma di videoscrittura o di un foglio elettronico, o di avere una guida per la navigazione in internet, e di come, per esempio “scaricare” documenti e contenuti? Cose
semplici, utilissime, ma ancora poco accessibili per molti.
Ed inoltre, come fare per tutelare i minori, e preservarli dai pericoli legati alla libertà di pubblicazione e navigazione on-line, senza che ciò interferisca con la loro naturale “sete di sapere”.
Anche l’uso di smart-phone e Tablet, e delle tante interfacce con le quali abbiamo a che fare ormai tutti i giorni in casa o al lavoro, diverrebbe molto più facile ed accessibile una volta in
possesso di una minima traccia logica, che sarà però necessario innescare ed alimentare, alla presenza e con i suggerimenti di un esperto.
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